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Poi torneremo dentro il sogno

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E ci lasciamo scivolare

tra le vesti leggere della notte

sedendo sui gradini del silenzio.

Tace anche l’allocco appollaiato tra i rami,

poco più in alto i nostri sogni hanno fatto il nido.

 

Riposeranno le ali prima d’aprirsi al cielo

ad inseguire un luccichio di stelle.

E sarà brina al mattino sopra il prato

dove il passo sosterà interrogando il giorno.

Sarà clemente il tempo e prodigo di speme.

 

Ci abbandoniamo lievi nella nenia

chiusi nei nostri corpi,

noi soavi come piume,

in un turbine o in altalena,

innestando braccia come rami.

 

E un bacio ci parrà vero

caduto tra le dune

rotolando fino alla soglia del mattino.

Poi torneremo dentro il sogno

nell’oscura cripta della notte.

 Dedalus - 13/02/2020 22:30:00 [ leggi altri commenti di Dedalus » ]

Un visitatore leggendo questi versi nota come la poetessa parla quasi in trance, evidenzia parole ascoltate in sogno e del sogno descrive attimi con estrema perizia ma con un elemento che sembra voglia fuggire dal sogno, un elemento che presumiamo ne sia fuori in modo assoluto: la continuità attiva e affascinante, effetto della sua potente orditura e ricchezza lessicale, che lega il discorso e lo spinge in avanti fino alla parte caudale dove il tutto sembra dissolversi "E un bacio ci parrà vero/.../rotolando fino alla soglia del mattino./Poi torneremo dentro il sogno/nell’oscura cripta della notte". Molto molto bella.

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